Sicuramente gli anarcoidi Delépine e Kervern negherebbero l'influenza di una serie tv come Black Mirror sul loro Imprevisti digitali, resta di fatto che la loro ultima commedia sembra una versione buffonesca del moralismo della serie britannica. Tre protagonisti in lotta a loro modo con la tecnologia: chi contro Facebook e la sua politica verso i… Continua a leggere Imprevisti digitali – Benoît Delépine, Gustave Kervern
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Non conosci Papicha – Mounia Meddour
La moda è cultura, è politica, è arte. Mounia Meddour non deve dirlo, ce lo fa vedere e sentire quando in una delle scene più belle del film mostra l'emozione della sua protagonista mentre tocca le stoffe, mentre dà forma a un abito, mentre il suono e l'immagine comunicano il senso fisico del tessuto. Non… Continua a leggere Non conosci Papicha – Mounia Meddour
Galveston (M.Laurent, 2018)
Recensione del film di Mélanie Laurent con Elle Fanning, tratto dal romanzo di Nic Pizzolatto
1917 – Sam Mendes
George MacKay as Schofield in "1917," the new epic from Oscar®-winning filmmaker Sam Mendes. C'è una sequenza che mi pare emblematica di 1917: verso la fine, il protagonista è dentro le trincee amiche e e deve arrivarne al capo opposto per consegnare un messaggio fondamentale che impedirebbe ai suoi compatrioti di finire in un'imboscata. Anziché… Continua a leggere 1917 – Sam Mendes
The Irishman (Martin Scorsese)
Come spesso, la prima sequenza, scena o inquadratura può svelare un mondo. La steadycam di The Irishman percorre i corridoi di un'ospizio come quasi 30 anni fa, in Quei bravi ragazzi, percorreva le stanze di un ristorante: lì c'erano musica ritmata e ballabile, un movimento sinuoso e veloce, a un passo dalla frenesia; qui il… Continua a leggere The Irishman (Martin Scorsese)
Grazie a Dio (Grâce à Dieu, François Ozon)
Cosa c'è di più contemporaneo, ovvero che parli di cose che formano il mondo in questo stesso istante, del linguaggio? Ozon struttura il suo nuovo film non solo sulla parola, ma proprio sul senso politico, culturale, emotivo e psicologico che la rende linguaggio, sul discrimine che non la rende mai neutra. Lo stesso titolo, nel… Continua a leggere Grazie a Dio (Grâce à Dieu, François Ozon)
L’età giovane (Le jeune Ahmed, Jean-Pierre e Luc Dardenne)
Ci sono Rossellini e Bresson accostati spesso al nome dei fratelli Dardenne. Per le scelte di stile, di sguardo, di economia di mezzi stilistici e narrativi, per asciuttezza retorica. Trovo anche, ed è meno frequente la riflessione, per il loro rapporto disinvolto e informale ma pregnante con il sacro, con il senso del mistero laico… Continua a leggere L’età giovane (Le jeune Ahmed, Jean-Pierre e Luc Dardenne)
La belle époque – Nicolas Bedos #RomaFF14
The Truman Show ai tempi del cinema della nostalgia. Bedos prende il meccanismo del film di Weir, lo adatta al grand public, ne esplicita il discorso teorico e confeziona un'acuta riflessione sui nostri giorni.
Hobbs and Shaw – David Leitch
È un film di fantascienza Hobbs and Shaw e non perché le leggi della fisica sono irrilevanti - quelle già erano state sbriciolate dal cinema di Jackie Chan decenni fa - ma perché qui ci sono cyborg, virus che devastano l'umanità, super-soldati potenziati per rimpiazzare il genere umano eccetera. Il che allontana il film di… Continua a leggere Hobbs and Shaw – David Leitch
La famosa invasione degli orsi in Sicilia (Lorenzo Mattotti) #Cannes2019
Quando si taccia la serialità di aver ucciso il racconto o il cinema, non si sa - o si dimentica - che la serialità è da sempre il cuore della narrazione, la capacità di farti affezionare ai personaggi con la curiosità di sapere cosa accade dopo. Fin dai tempi degli aedi e dei cantastorie: quella figura è l'invenzione principale di La famosa invasione degli orsi in Sicilia, il film con cui l'illustratore Mattotti esordisce alla regia di un lungometraggio, e fa da cornice alla storia della ricerca del figlio da parte di un orso, di come diventa re degli umani e di come il potere corrompe sempre.